Il lampo di una memoria (la curandera)

Il lampo di una memoria (la curandera)
Pubblicato da
il 27 Luglio 2012.Capita di trascorrere un quarto di secolo a coltivare la memoria di un lampo come fosse cosa preziosa, la rivelazione di un destino inconsapevole di prescelta. Un dolore bruciante, una paura formidabile, un livido in spalla e pianti e urli e la testa che ronza. Prescelta da chi? io lo sciamanesimo non lo praticavo a dodici anni, neppure ora a trentasette. Non mi ci vedo spirito femminile risvegliato, anche perché prima avrei dovuto dormire. Epperò mi piaceva quella cosa. Che è come i baci ai bambini quando si fanno male. Non curano, ma chi li riceve smette subito di piangere. Così quel lampo. Così io, colpita da fulmine. Oltre al livido e alla memoria, il fulmine si era premurato di infondermi i poteri, ma l’ho scoperto dopo. Io ho solo conservato memoria del fatto, per l’appunto, senza neppure chiedere perché a me. E sulla memoria ho lavorato, oltre il fulmine, oltre e su ogni cosa, vantandomi pure di averla. Come cosa buona da sfoggiare, per chi ce l’ha, mica per tutti. Ché spesso ricordare tutto non è proprio cosa buona e può anche fare male. Farebbe male per esempio, ma a me fa bene, ricordare la nascita di un’amicizia che si sottraeva per antipatia sconosciuta o gelosia presagita. E nel mentre si sottraeva si aggiungeva. Einstein ci avrebbe rinuciato, lo so. Io no. Forse che davvero sono una curandera?
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